Israele: trovata un’iscrizione alfabetica di 3,450 anni fa che riscriverebbe la storia

Angelo Petrone 20:08 25 Aprile 2021

La più antica iscrizione alfabetica, mai scoperta, risale a ben 3.450 anni fa che colmerebbe ”il vuoto” della trasmissione della scrittura.

Un team di archeologi dell’Istituto di Archeologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha realizzato una scoperta a dir poco eccezionale: un frammento di una ciotola nel sito di Tel Lachish, con un’ iscrizione alfabetica ritenuta una delle più antiche mai ritrovate. Il sito archeologico di Lachish, nel centro sud di Israele, è uno dei più rilevanti nel Levante meridionale, area comprendente l’odierno Israele, il Libano e la Palestina, per quanto riguarda l’età del bronzo e la successiva del ferro.Ma perché questo piccolo frammento riveste un ruolo così importante nella ricostruzione dell’origine della scrittura? A spiegarlo è Felix Höflmayer, uno dei ricercatori autore della scoperta, che sottolinea come le prime prove di scrittura, basata su sistema di lettere che rappresentano i suoni, vennero scoperte nella penisola del Sinai e nella Valle del Nilo. Si tratta di testi risalenti a circa 3.900 anni fa. Fino ad oggi era comunemente accettato che i simboli alfabetici fossero apparsi nel sud del Levante, invece, solo nel XIII secolo, cioè circa ben 3.300 anni fa. Il divario di seicento anni tra i due periodi ha da sempre incuriosito gli esperti. Ma l’iscrizione di Lachish, databile 3.450 anni, rappresenta, ora, un tassello mancante al puzzle dell’origine della scrittura rappresentando ”l’anello mancante” tra le due epoche fino ad oggi inspiegabilmente lontane.

I caratteri iscritti, distribuiti in diagonale su due diverse linee, stanno mettendo a dura prova gli studiosi che cercano di decifrarli. Il testo infatti, è troppo breve e incompleto. Per gli esperti la prima tipologia di scrittura alfabetica si diffuse nel Levante meridionale verso la fine della media Età del Bronzo ed era già usata almeno nella metà del XV secolo a.C. a Tel Lachish. L’arrivo è riconducibile al periodo nel quale la dinastia degli Hyksos governò, insieme, sia l’Egitto settentrionale che il Levante per oltre cento anni e fino al 1550 a.C. Gli Hyksos erano una popolazione dell’Asia occidentale, forse discendente dagli antichi emigrati provenienti proprio del Levante. Si tratta di un fattore che indica come i rapporti commerciali tra il Levante e l’area egiziana fossero favorevoli anche per la diffusione, in maniera del tutto pacifica, della scrittura alfabetica.

Dunque l’uso del primo alfabeto non sarebbe avvenuto attraverso rapporti di forza, contrariamente a quanto ritenuto finora. In passato, infatti, molti archeologi credevano che l’alfabeto primitivo non fosse stato introdotto nella terra di Canaan fino al XIV o XIII secolo a.C., in una fase nella quale l’Egitto dominava direttamente l’odierna Palestina e dove aveva imposto con la forza il sistema amministrativo e, di conseguenza, la scrittura. Ma il manufatto di Lachish, che è più antico di oltre cento anni rispetto a questa fase, dimostra come la scrittura alfabetica fosse già giunta, in quell’epoca, nel Levante ben prima della conquista violenta egiziana. Per gli esperti il frammento di ceramica proviene da una ciotola importata dalla vicina isola di Cipro. Nulla di strano, visto che all’epoca la città di Lachish rappresentava un importante centro cananeo dove provenivano i traffici dall’intero Mediterraneo orientale. Ma cosa c’è scritto su questi frammenti di ceramica? Per gli esperti che hanno proposto una prima interpretazione, la lettura da destra a sinistra, consentirebbe di leggere le prime tre lettere come «’bd»,forse «ebed» e potrebbe indicare la parola ”schiavo”. Si tratta una radice comune nelle lingue di origine semitica.

(fonte: scienzenotizie.it)

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