La celebre Venere di Willendorf del Paleolitico è stata scolpita in Italia, secondo uno studio

Analizzando la composizione della Venere di Willendorf, una scultura del Paleolitico, è stato scoperto che fu realizzata in Italia, nei pressi del Lago di Garda.

A cura di Andrea Centini

Una delle più famose sculture del Paleolitico, la Venere di Willendorf di circa 25mila anni, sarebbe stata realizzata in Italia. Più precisamente, nell’area del Lago di Garda, dove si trovano ricchi depositi di ooliti rocce calcaree – chiamate ooliti – con una composizione molto simile a quella della statuetta di 11 centimetri. Gli archeologi sapevano da decenni che il luogo in cui fu trovata oltre cento anni fa – la frazione di Willendorf in der Wachau del comune austriaco di Aggsbach – non era quello in cui fu scolpita; oggi, dopo un’approfondita indagine, è stato finalmente possibile determinare con buona probabilità le origini dell’antichissimo manufatto.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati austriaci dell’Università di Vienna, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento Geologico-Paleontologico del Museo di Storia Naturale di Vienna, della Clinica di Chirurgia e Riproduzione dei Piccoli Animali dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco di Baviera (Germania) e del Museo Statale Württemberg di Stoccarda. Gli scienziati, coordinati dal professor Gerhard W. Weber, docente presso il Dipartimento di Antropologia e Core Facility for Micro-Computered Tomography dell’ateneo austriaco, per determinare l’origine della Venere di Willendorf hanno analizzato il suo interno con una tecnologia all’avanguardia, in grado di preservare il reperto ma sondarlo come se lo avessero aperto davanti a un microscopio. Hanno infatti utilizzato scansioni di tomografia microcomputerizzata con una risoluzione estrema, di appena 11,5 micrometri.

Grazie a questo esame approfondito il professor Weber e i colleghi hanno identificato all’interno della statuetta i resti di conchiglie risalenti al periodo Giurassico (Mesozoico), compreso tra circa 200 e 145 milioni di anni fa, quando i dinosauri dominavano la Terra. La granulometria ha rilevato anche la presenza di grani più grandi degli altri chiamati limoniti, un insieme di ossidi e idrossidi di ferro. Una volta raccolte queste informazioni hanno prelevato ooliti dai numerosi depositi di tutta Europa e ne hanno analizzato la composizione, cercando quelle più affini alla Venere di Willendorf. Ebbene, come indicato, le ooliti più simili sono state trovate in Italia, più precisamente nei depositi di Sega di Ala, una frazione al confine tra Veneto e Trentino che si affaccia sul Lago di Garda. La seconda corrispondenza migliore è stata trovata nelle ooliti di Isjum, sita nell’Ucraina orientale.

La scoperta suggerisce che i nostri antenati del Paleolitico compivano grandi e complicate migrazioni, portandosi dietro anche queste opere che forse venivano utilizzate in qualche rituale. Si ritiene che la Venere di Willendorf, come altre veneri del paleolitico, sia un omaggio alla fertilità e alla femminilità, in grado di dare alla luce nuova vita. I ricercatori ritengono che chi ha realizzato il manufatto non sia arrivato nel comune austriaco attraverso le Alpi, impervie da superare in ogni stagione, bensì percorrendo la costa dell’Adriatico. I dettagli della ricerca “The microstructure and the origin of the Venus from Willendorf” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

(Fonte: fanpage.it)


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