Un pomeriggio d’agosto del 1877, in Spagna, a Banjos un piccolo villaggio di contadini, due bambini camminavano tenendosi per mano ed attraversavano un campo nel quale i contadini erano intenti alfa mietitura.
Uscivano da una caverna e se ne venivano timorosi quando furono scorti dai contadini.
Di per sé la cosa non è troppo strana, di bambini che attraversano un campo di grano d’estate, magari portati dai genitori, a quei tempi ce n’erano parecchi. Senonché i bimbi in oggetto parlavano una strana lingua, vestivano abiti strani composti di una sostanza strana (fu esaminala in seguito), ma soprattutto, avevano la pelle verde.
Sembra impossibile, ma esistono le prove di questo fatto.
I bimbi furono portati, dai contadini, presso la casa di Ricardo da Calno, magistrato locale nonché maggiore proprietario terriero del luogo. Il magistrato prese tra le sue mani una mano della bambina e provò a strofinarla, ma il colore verde non se ne andò: evidentemente si trattava del suo colore naturale.
Da Barcellona arrivò persino un religioso, tra l’altro molto versato nelle lingue, per investigare sul fatto. Egli ascoltò le testimonianze e vide i bambini, dopodiché scrisse: “sono stato così convinto da quanto ho udito, che mi vedo costretto ad accettare il fatto, se pur incapace di comprenderlo e di tentarne una spiegazione con le forze dell’intelletto”.
Impossibilitati tutti, a capire alcunché, si limitarono ad offrire da mangiare ai due bambini. Purtroppo, però, nessun cibo andava bene per loro; si limitavano a guardare o al massimo a leccare, i cibi loro offerti con un ‘espressione tra il sospetto e lo stupore.
Il Da Calno notò tra l’altro che i tratti dei loro visi, benché regolari, erano simili a quelli negroidi con la differenza che avevano gli occhi a mandorla e incassati nelle orbite. I bimbi per cinque giorni non toccarono cibo e diventarono molto magri, ma per fortuna un giorno vennero portali in favola dei fagioli, sui quali la coppia si tuffò avidamente e anche in seguito essi non toccarono altri alimenti.
Tuttavia il digiuno dovette aver fatto molto male al maschietto, tanto è vero che divenne sempre più debole e dopo un mese morì.
La ragazza viceversa, si riprese bene, tanto da diventare domestica in casa Da Calno.
Quando ebbe imparato parole sufficienti per potersi esprimere le fu chiesta la sua provenienza, ma quello che disse non fece che infittire il mistero. Disse infatti di venire da una terra sulla quale non sorgeva mai il sole e dove regnava un eterno crepuscolo. “C’è – disse – un paese di luce non lontano da noi, ma dal quale siamo separati da una corrente di grande larghezza”.
Ricordava inoltre di essere giunta sulla Terra in modo singolare: “vi fu un grande rumore. Noi fummo presi nello spirito e ci trovammo sul campo di grano”.
La ragazza visse ancora cinque anni dopodiché morì e fu sepola accanto al fratello.
È questa una storia certamente molto strana, ha più il sapore del racconto da osteria che del fatto veramente accaduto. In Spagna, tuttavia, esistono i verbali di tutta la vicenda, insieme alle testimonianze scritte di chi ha visto, toccato, sentito i fatti: di chi ha visto due ragazzi con la pelle verde arrivare da una caverna molto, molto profonda…!
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