Quipu, la scrittura degli Incas

Per noi che siamo abituati a leggere e a scrivere e quindi a comunicare tra noi per mezzo di segni convenzionali è perlomeno strano pensare che si possa fare anche in altri modi, eppure gli incas, che non avevano mai elaborato, per quanto ne sappiamo, un sistema di scrittura, trovarono un modo piuttosto originale per ricordare gli avvenimenti e per diffonderli; si tratta dei cosi detti “QUIPU”.

Un quipu era una corda lunga una sessantina di centimetri composta da stringhe di vari colori strettamente legate assieme, dalla quale pendevano come frangie, cordicelle più piccole.

Anziché scrivere concetti su carta oppure su pergamena o altri materiali, gli incas facevano nodi con quelle piccole corde. A volte i nodi corrispondevano a numeri se il quipu veniva usato come calcolatore.

Il numero di giri di corda del nodo esprimeva le cifre da uno a nove e lo zero era rappresentato da un’interruzione. Attraverso queste corde gli incas riuscivano, non sappiamo ancora come, a fare calcoli in modo così rapido e preciso da lasciare stupefatti i conquistadores spagnoli. Gli incas tra le altre cose usavano il sistema decimale, al contrario dei vicini ma, per loro, sconosciuti maya che usavano un sistema numerico a base venti.

Per noi moderni il sistema a base dieci è normale, ma per arrivare al sistema decimale occorre che sia ben chiara innanzi tutto il concetto di cifra e il concetto molto più sottile dello zero che noi europei abbiamo conosciuto molto tardi; inoltre occorre conoscere il “valore della posizione” poiché le cifre hanno valore diverso a seconda della loro posizione a destra della prima cifra diversa da zero. Vale a dire che se 01 (zero + uno) è uguale a 1, 10 (uno + zero) è, naturalmente, uguale a dieci, 100 è uguale a cento e così via. Ciò significa che il valore del numero viene dato dalla sua posizione relativa nella cifra totale. Gli incas sapevano benissimo di quanti sudditi loro territorio e anche quanti erano i vecchi, i bambini e le donne poiché ogni governatore territoriale lo registravano mediante i quipu.

Ogni anno le stringhe colorate venivano inviate nella capitale, dove formavano gli archivi nazionali tramite i quali erano possibile conoscere in qualsiasi momento di quali risorse disponeva lo stato.

La cosa e’ tanto più straordinaria se pensiamo che il re di Spagna Carlo V, capo del sacro romano impero non sapeva nemmeno in modo approssimativo di quanti sudditi era composto il suo regno.

Dell’eccezionale modo di agire dei quipu abbiamo un aneddoto raccontato da un contemporaneo dei “conquistadores”: Morua, prete dell’epoca, ci racconta il suo incontro con un vecchio inca, il quale estraeva un quipu, ne tastava i nodi e cosi’ facendo ripeteva al prete l’intero calendario cristiano con tutte le sue feste e le sue vigilie.

Il vecchio inca, anni prima, aveva formato il quipo mentre ascoltava un frate.

Per un popolo considerato primitivo poiché non conosceva la scrittura, bisogna ammettere che non è poco……

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